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forza alla porta di casa dell'attrice. «Mi dia la chiave», disse poi a Clara.
In fretta, la inserì nella serratura. «Daphne», chiamò ancora, accendendo
le luci. Nessuno. Sbirciò in camera: il letto era completamente ingombro di
indumenti. Si era nascosta lì sotto? Accese la luce della stanza ed entrò,
tallonata da Clara. Sollevò un maglione dal mucchio dei vestiti.
«Oh, mio Dio!» gridò.
«Oh, Gesù!» ansimò Clara.
C'erano due piccole pecore attaccate alla manica destra del maglione. «È
stata Daphne a uccidere Nat!» esclamò Regan, piena d'orrore.
«E ora è furiosa con Thomas», gemette Janey.
«Andiamo a cercarli!» disse Regan.
«Scommetto che sono sul retro!» gridò Clara.
Uscirono in corridoio, dove aleggiava un fumo denso, e si affrettarono
giù per la scala e fuori della porta di servizio. Daphne aveva stretto Tho-
mas in un angolo. In mano brandiva un grosso coltello.
«Ferma!» urlò Regan.
La donna si voltò a guardarla. I suoi occhi erano pieni di odio. «Ha di-
strutto la mia carriera!»
«E Nat?» Con la mano, Regan tastò la pistola di Georgette nella tasca
della giacca.
«Sono stata così buona con lui e Wendy. Ma dopo che lei è morta, a lui
interessavano solo gli amici con cui giocava a carte. Io volevo che stesse
con me! Diceva che non avrebbe più frequentato una donna, invece ne a-
veva un'altra. E non mi ha mai parlato dei diamanti, il suo grande segreto.
Sono impazzita quando l'ho scoperto. Mi ha tradito!»
«Daphne, metta giù quel coltello.»
«No!»
Nell'angolo, Thomas tremava.
«Lo metta giù.»
Dopo un istante, la donna lasciò cadere la lama e cominciò a piangere.
Questa volta erano lacrime autentiche. «Ho perso tutte le mie chance.
Nat... e la mia carriera...»
Thomas e Janey si strinsero in un abbraccio mentre Regan raccoglieva il
coltello. «Puoi tenerlo tu, papà? Io devo fare una telefonata.»
Tirò fuori il cellulare e compose il numero di casa di Edward Gold. «C'è
la possibilità che lei faccia un salto qui stasera con l'assegno?» gli chiese
quando lo ebbe in linea.
«Cosa?» gridò Thomas.
Per tutta risposta, Regan aprì la mano. I quattro brillanti splendevano sul
suo palmo. Questa volta toccò a lui piangere. «Erano inseriti nelle orbite di
Dolly e Bah-Bah», gli spiegò lei. «È una fortuna che Janey li abbia recupe-
rati.»
Thomas si girò verso la fidanzata. «Vuoi sposarmi?»
All'interno del club, il fumo si andava diradando. Regan si aggirò in cer-
ca di Jack. Lo trovò in cucina in compagnia di Harriet, che era ammanetta-
ta.
«Tesoro», disse lui con dolcezza, passandole un braccio intorno alle
spalle.
Finalmente è il mio turno, pensò lei.
«La nostra studentessa, qui, ha fatto del suo meglio per alimentare il
fuoco», spiegò Jack. «Ora devo fare una visitina al suo fidanzato, Thorn
Darlington, che sta proprio di là della strada. Hanno lavorato in coppia per
eliminare tutte le scuole per maggiordomi concorrenti. Erano convinti che
qui a New York nessuno avrebbe riconosciuto Harriet, che si è fatta passa-
re per un'allieva.»
La ragazza lo guardava truce.
In un angolo della cucina, Maldwin cercava di rimediare meglio che po-
teva al disastro. «Avrei dovuto capire che Thorn avrebbe cercato di infil-
trare qualcuno nella mia squadra», commentò. «Non gli sono mai piaciuto.
Ma ora gliela farò vedere: la scuola andrà avanti. Tre dei miei allievi, al-
meno, sono brave persone.»
«Facciamo due», disse Kyle Fleming dalla porta. «Era un pezzo che cer-
cavo il nostro Blaise. Abbiamo arrestato anche lui.»
Maldwin quasi svenne.
Sull'altro lato della strada, Vernella e Archibald erano sbalorditi.
«Il club sta bruciando!» gridò lei.
«Ma è terribile!» esclamò il marito. «Volevo che chiudessero, è vero, ma
non che qualcuno si facesse del male. Per non parlare del fatto che il fumo
danneggia l'edificio!»
Nel disordine che regnava fuori, videro qualcuno attraversare di corsa la
strada. Quando il campanello della porta squillò, i due si guardarono.
Era Jack Reilly.
«Posso esserle utile?» chiese Archibald.
«Thorn Darlington è qui?»
«Il cugino Thorn è di sopra.»
«Sono venuto a dichiararlo in arresto per incendio doloso.»
Allibito, Archibald piroettò su se stesso e vide Thorn in piedi in cima al-
le scale. «Tu hai distrutto il buon nome della famiglia!» ruggì.
«E la nostra chance di diventare il re e la regina di Gramercy Park», rin-
ghiò Vernella precipitandosi a strappargli di mano la coppa di champagne.
Un'ora dopo, la festa era di nuovo in corso. Il fumo si era diradato, in
tutti i sensi. Edward Gold era arrivato con la moglie, portando con sé un
assegno dell'importo di quattro milioni di dollari a favore del Settlers'
Club. «Saremmo arrivati prima, ma c'era traffico.»
«Prima!» gli fece eco la moglie. «Ma se hai guidato come un pazzo!»
Mentre la folla gli si radunava intorno, Thomas salì sulla piattaforma per
pronunciare il suo brindisi.
Tutti alzarono il bicchiere. Tenendosi sottobraccio, Regan e Jack erano
vicini al camino assieme a Clara. Nora e Luke avevano raggiunto i parteci-
panti al convegno. Lydia era con i suoi single, le braccia intorno alle spalle
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